Partendo dal presupposto che molte persone riescono a riposare gli occhi semplicemente chiudendoli, il dottor William Bates penso’ che escludendo completamente la luce si riuscisse ad ottenere un rilassamento ancora maggiore, come di fatto viene sperimentato quasi da tutti. Bates verifico’ che le persone dalla vista normale, mantenendo gli occhi chiusi, percepiscono un campo visivo perfettamente nero, senza scintillii, lampi di luce o macchie colorate, senza insomma quel vasto campionario di illusioni che invece appaiono alle persone con vista imperfetta. Tali alterazioni sono riconducibili allo sforzo nel vedere, originato da una tensione mentale, che persiste alla chiusura stessa degli occhi. Poiche’ la tensione mentale deriva da molteplici cause, alleviarla significa agire alla base dello sforzo visivo. Il palming e’ certamente la maniera piu’ naturale ed istintiva, come osservato dal dottor Bates, di realizzare cio’. Alcuni trovano difficoltoso utilizzare questo metodo; per costoro e’ necessario ricorrere ad altri sistemi, propedeutici al palming.
L’esecuzione unisce alla completa esclusione della luce e al riposo dell’occhio, il ricordo del colore nero, o di qualsiasi altra cosa, purche’ richiamata agevolmente. Il palming si integra alla perfezione con tutte le altre tecniche del metodo BATES: memoria, immaginazione e movimento, quest’ultimo indispensabile al perfetto funzionamento dell’occhio. Dovrebbe essere praticato spesso, anche per periodi brevi, oppure per periodi piu’ lunghi, ma con frequenza inferiore.
Come tutte le tecniche del metodo BATES non prevede alcuno spirito competitivo, e’ pensata per rilassare e non per occupare negativamente la nostra mente, ad esempio con inutili sensi di colpa nei giorni in cui non si riesce a dedicarvi il tempo preventivato. Simili atteggiamenti, comuni tra l’altro in molti miopi, finiscono per rimandare o contrastare il rilassamento o il miglioramento (clear-flash) della visione miopica. Sono da evitare sia gli entusiasmi eccessivi per ogni minimo progresso, che gli avvilimenti per il mancato conseguimento dei risultati attesi su visione e rilassamento. Un’esecuzione ottimale richiede tranquillita’, favorendo cosi’ un recupero rapido e quasi prodigioso. Non s’insistera’ mai abbastanza che e’ solo il rilassamento, in qualsiasi modo ottenuto, ad alleviare le tensioni.
Palming in pratica
Esecuzione Corretta dell Esercizio
•Mettete il palmo delle mani a coppa, incrociando le dita sulla fronte, morbidamente.
•Chiudete gli occhi e posizionate i pollici in modo da escludere il piu’ possibile la luce esterna.
• Badate a non premere sui bulbi oculari ed a lasciare libero il naso.
• Appoggiate i gomiti su un tavolo o su un cuscino, cercando contemporaneamente di rilassare i muscoli della testa e del collo.
• Una volta raggiunto un buon equilibrio fisico, con una posizione ottimale e badando a che non filtri la luce, visualizzate un nero perfetto ed uniforme, senza sforzarvi in alcun modo.
• Per agevolare la spontaneita’ di questa visualizzazione potete ricordare oggetti neri, scelti tra quelli che ricordate meglio (una scarpa, un pantalone, un abito, il velluto, una lettera, della vernice o qualsiasi altro oggetto nero di cui sia facile il ricordo).
• Potete anche visualizzare mentalmente questi oggetti neri, in rapida successione, soffermandovi 1 o 2 secondi circa su ognuno di essi.
• Il nero e’ in assoluto il colore piu’ facile da ricordare, ogni persona e’ pero’ ostacolata o facilitata da ricordi differenti: qualcuno riesce a ricordare molto meglio un anello, un fiore, un viso, un colore diverso o una scena in movimento. In questi casi, seguire le proprie inclinazioni mnemoniche e’ preferibile e non pregiudica in alcun modo l’esecuzione e la riuscita del palming.
• Quando il palming raggiunge il suo scopo, cioe’ il rilassamento, il campo visivo del soggetto non presenta piu’ aberrazioni, diventando al contrario di un colore uniformemente nero, come dovrebbe sempre verificarsi per effetto della totale esclusione della luce.
Errori Comuni
• Sforzarsi di ricordare il nero oppure altri oggetti e’ deleterio e fuorviante. Fare un palming cosi’ significa “agevolare l’insorgere di un esaurimento nervoso”.
• Ricordare con difficolta’ e’ causa di enormi tensioni: quante volte il tentativo di riportare alla memoria il nome di una persona, di una strada o qualsiasi altra cosa ci rende stanchi e nervosi oltre che impazienti? Nella pratica del metodo Bates, tutto questo e’ assolutamente da evitare.
• Sforzarsi di vedere il nero nel proprio campo visivo puo’ essere a sua volta causa di tensioni. Occorre tenere presente che la visualizzazione del nero, come il ricordo di altri oggetti, deve essere spontaneo, non inseguito o cercato a tutti i costi. Solo il rilassamento puo’ donare questa facilita’.
• Ignorare gli altri colori presenti nel campo visivo puo’ essere fonte di estrema irritazione. Bates riporta il caso di una paziente che s’innervosi’ a tal punto da dover interrompere per mesi la pratica del palming.
• Il nero del campo visivo e’ un indice di rilassamento, non il rilassamento. Nel palming dobbiamo ottenere prima il rilassamento e poi arrivera’ il resto, in particolare il miglioramento della visione.
Applicazione pratica del palming.
(esempio, occhi affaticati dai monitor).
Soprattutto se il nostro lavoro prevede lunghe ore davanti ai monitor, questo esercizio, descritto nel metodo Bates, può dare sollievo.
Sfregate le mani per renderle calde. Chiudete gli occhi e copriteli con i due palmi, le dita sulla fronte. Non premete.
Tenendo le mani sugli occhi apriteli e osservate: vedete luce? In questo caso, mettete meglio le mani affinché non si veda alcuna luce, cercate il buio. L’assenza di luce e il calore delle mani rilassano i muscoli oculari. E’ una tecnica per mettere a riposo i muscoli oculari: non ci pensiamo, ma anche i nostri occhi funzionano grazie ai loro muscoli. Anche loro ogni tanto chiedono tregua.
Mentre fate questo, concentratevi sui vostri occhi. Non ce ne accorgiamo ma spesso restano in tensione. Muovete un po’ i muscoli della fronte e delle orbite, per sentirli, e poi cercate di rilasciarli. Abbandonatevi, pensate che non c’è nulla da vedere, ma solo calore e oscurità. E’ un momento per voi, approfittiamone anche per liberarci dai pensieri.
Per quanto tempo dobbiamo fare il ‘palming’? Due minuti ogni volta, anche più volte al giorno; magari riusciamo persino a prevenire qualche mal di testa.
Altri due esercizi.
Il Blinking (o ‘flashing’)
Si tratta di sbattere le palpebre, senza sforzo, l’effetto visivo è quello di una serie di flash. Noi battiamo sempre le palpebre, senza esserne consapevoli: serve all’occhio per inumidire la cornea e eliminare le impurità. In questo caso lo facciamo consapevolmente, prestando attenzione a non fare sforzi, Bates diceva che doveva essere come un ‘battito di ali di farfalla’. Vedrete che non è così facile da fare. Come in tutte le cose occorre un po’ di pratica.
Guardare lontano
Questo esercizio viene spesso consigliato alle persone che lavorano sui computer. Gli occhi non sono nati per questo: i nostri progenitori (da cui abbiamo ereditato, gli occhi, tra le altre cose) abitavano negli spazi aperti delle savane e guardavano lontano (per vedere se nei paraggi si aggiravano prede o predatori). La luce artificiale dei monitor, inoltre, non è una luce naturale.
Per questo, sarebbe utile ogni tanto staccare gli occhi dal monitor e mettere a fuoco un oggetto il più lontano possibile da noi. Meglio se questa pratica diventa un’abitudine.
Riflessioni e raccomandazioni
Il nostro corpo risponde ai disagi in termini di sintomi; prenderci cura di esso significa pero’ affrontarne le problematica in termini globali, quest’approccio ci fa scoprire che la cura di un problema puo’ contenere la soluzione a piu’ di un malessere o disturbi che hanno radici lontane nel tempo.
L’occhio non e’ soltanto l’organo della visione ma l’organo fondamentale per la postura e per il nostro equilibrio psico mentale,proprio per le interconnessioni neuro fisiologiche ed energetiche con il resto dell’organismo.
Anche nella visione Osteopatica questo e’ considerato un concetto fondamentale e l’osteopata ha alcuni mezzi manuali e concettuali per lavorare su queste interconnessioni.